L’agricoltura occupa la maggior parte del territorio lombardo (43%), con il mais (Zea mays L.) che risulta essere di gran lunga la specie più coltivata in regione, con 324.767 ha in totale, con una preminenza del “ceroso” su quello da granella (ISTAT, 2018). Si è però riscontrata una riduzione significativa della superficie a mais in Lombardia (da 221.000 ha nel 2010 a 137.000 ha nel 2020), riflesso del calo marginale osservato a livello nazionale, 35% (da 927.000 ha a 603.000 ha) (Report ISTAT, Coltivazioni Agricole-Annata 2019-2020 e previsioni 2021, https://www.istat.it/it/files/2021/04/Previsioni- coltivazioni-agricole.pdf ). Tra gli elementi di calo della produzione vi è anche l’effetto crescente dei cambiamenti climatici, con estati sempre più calde e aride, accompagnate dalla difficoltà di irrigare.
Pertanto la ricerca scientifica e varietale è alla ricerca di geni di resistenza agli stress ambientali, incluse le variabili climatiche ma anche fitosanitarie. Da qui l’interesse ritrovato anche verso cultivar obsolete e varietà locali, in passato ampiamente abbandonate e in grave rischio di estinzione, ma qua e là ancora presenti, sia nelle banche del germoplasma che on farm, soprattutto in zone rurali e soprattutto di montagna.
Il progetto MAISAlpi prevede la costituzione di un consorzio composto da soggetti altamente qualificati a livello tecnico-scientifico nella conservazione in situ/ex situ dell’agrobiodiversità, nella rigenerazione o moltiplicazione in purezza di varietà di mais a rischio di erosione genetica o estinzione. Il progetto contribuirà all’ampliamento delle collezioni di risorse fitogenetiche lombarde a rischio estinzione e all’approfondimento delle conoscenze sulle caratteristiche di conservabilità delle sementi nelle condizioni di disidratazione e congelamento attualmente operate o da sperimentare.
Obiettivi
- Recuperare varietà locali di mais da polenta lombarde; individuare, validare scientificamente e valorizzare le loro caratteristiche morfologiche e genetiche che li rendano distinguibili tra loro e da altre tipologie di mais del territorio padano e nord italiano
- Stabilizzare e uniformare le caratteristiche qualitative di pregio delle diverse accessioni individuate attraverso una mirata selezione basata su tecniche fenotipiche e molecolari e riproduzione controllata in campo, grazie a tecniche di allevamento e impollinazione controllata
- Individuare, validare scientificamente e valorizzare le caratteristiche agronomiche delle entità di mais individuate, attraverso descrittori morfologici e analisi molecolari
- Predisporre il materiale tecnico-scientifico e conoscitivo per la successiva iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, in particolare le schede UPOV appositamente compilate, oltre ad indagini storiche ed etnobotaniche che dimostrino il legame entità locale-territorio di riferimento
- Predisporre il materiale conoscitivo per promuovere l’inserimento delle varietà oggetto di studio nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Lombardia
- Mettere a disposizione di potenziali agricoltori custodi semente di linee selezionate di varietà da conservazione registrate con caratteristiche qualitative di massima stabilizzate e uniformate e organizzare la conservazione in situ delle stesse
- Stoccare ex situ in Banca del Germoplasma sementi di qualità da rendere potenzialmente disponibili in futuro e per almeno 3 anni dopo la fine del progetto agli agricoltori interessati
- Promuovere attività di informazione e disseminazione per favorire il trasferimento dei risultati al mondo agricolo e la diffusione della conoscenza